“Mi chiamo Henry Morgan e la mia vita è esattamente come la vostra. C’è solo una piccola differenza: non finisce mai.”
Questa frase, pronunciata dal protagonista all’inizio del pilot (e anche di alcuni episodi) racchiude l’essenza di Forever, serie che parte da un assioma di tipo fantastico, l’immortalità del protagonista, ma che rivela da subito la sua natura di poliziesco, talvolta leggero, ma capace di affrontare anche importanti temi, come le guerre o il periodo dell’Olocausto. Il concetto di morte, ma soprattutto la “non-morte” del protagonista, fa emergere e talvolta affrontare aspetti filosofici ed esistenziali. Nonostante ciò Forever è anche una commedia, quantomeno nelle interazioni tra i personaggi principali, ognuno con la battuta pronta: ironia semplice e immediata, ma in ogni caso mai in primo piano.
Henry Morgan (Ioan Gruffudd), protagonista assoluto della serie, è un brillante medico legale di origini britanniche che nel corso dei secoli ha accumulato tantissima esperienza e conoscenza. Ciò gli è stato possibile in quanto è morto per la prima volta alcuni secoli prima nel tentativo di salvare uno schiavo e da allora, ogni volta che muore, “rinasce” nudo nelle acque dell’East River. Questo particolare genera spesso situazioni imbarazzanti ed è un chiaro esempio dell’ironia della serie.
Henry è ossessionato dal concetto di morte e dal suo status di non-morto che vede come